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Come mai si stanno verificando problemi di fornitura dei farmaci?

Zur Rose Informazione 13. Maggio 2023

L’essenziale in sintesi

  • La pandemia di Covid-19 ha causato problemi di approvvigionamento di materie prime per la produzione dei medicamenti e del materiale d’imballaggio. Di più
  • I confinamenti dovuti al Covid imposti a livello mondiale cosi come la mancanza di personale specializzato hanno fortemente e lungamente limitato la produzione di farmaci. Di più
  • L’esternalizzazione della produzione in Paesi a basso salario ha determinato un aumento dei trasporti in tutto il mondo, rendendo quest’ultimi molto più soggetti a interruzioni. Di più 
  • Il forte aumento dei prezzi dell’energia dovuto alla guerra in Ucraina ha causato un massiccio aumento dei costi di trasporto, portando le catene di approvvigionamento globali a essere ancor più sincronizzate. Di più 
  • La stagione influenzale, che quest’inverno è stata eccezionalmente lunga, ha portato soprattutto all’esaurimento di antipiretici e analgesici. Di più 
  • La produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di farmaci sono temi estremamente complessi. L’attuale complessità della situazione sul fronte delle forniture è dovuta a una congiuntura di diversi fattori e, proprio per questo, non è facile da risolvere. Di più
  • Zur Rose ha provveduto ad aumentare le giacenze di numerosi medicamenti, al fine di rifornirvi al meglio nonostante il contesto complicato. Di più
  • Per quel che riguarda i farmaci attualmente mancanti o consegnati in ritardo, il team di farmacisti di Zur Rose dispone di valide alternative ed è a vostra completa disposizione per qualsiasi domanda o perplessità. Di più
Christian Henseler

Intervista con:
Christian Henseler, Responsabile acquisti strategici di Zur Rose

Da qualche tempo sugli scaffali delle farmacie mancano parecchi medicamenti. Nell’intervista, Christian Henseler, responsabile acquisti strategici di Zur Rose, spiega come siamo potuti arrivare a questa situazione di penuria e illustra come Zur Rose si sta adoperando per supportare la clientela in questo momento così complicato.

Christian Henseler, come mai in Svizzera si sono improvvisamente registrati dei colli di bottiglia sul versante dei farmaci?

Non è la prima volta che si registrano difficoltà di approvvigionamento di determinati farmaci; tuttavia negli anni passati queste hanno riguardato principalmente la rifornitura ospedaliera. Dalla pandemia di Covid-19, anche farmacie e studi medici hanno iniziato a riscontrare una crescente irreperibilità o difficoltà di approvvigionamento dei farmaci. Le ragioni sono molteplici, ma la pandemia ha agito da catalizzatore sotto diversi aspetti.

Cos’ha a che fare la pandemia con gli attuali problemi di approvvigionamento dei farmaci?

Moltissime materie prime necessarie per la produzione di farmaci provengono dalla Cina. Il governo cinese ha applicato delle misure di confinamento restrittive che ha revocato solo a dicembre 2022. Di conseguenza, gli stabilimenti in cui queste materie vengono prodotte e processate sono stati a lungo inattivi. Finito il lockdown, tutte le misure anti-Covid sono state annullate nell’arco di pochissimo tempo causando un’impennata dei contagi. Poiché gli attori coinvolti nella fabbricazione dei farmaci sono molti e vari, questo provvedimento ha nuovamente influito in larga misura sulla produzione.

Quanti sono nella media gli attori coinvolti nella produzione di un farmaco?

Prendiamo l’esempio di una semplice compressa: per produrla e imballarla ci vogliono 20-30 persone. Questo perché un medicamento non è composto dal suo solo principio attivo, ma anche da eccipienti e additivi, elementi necessari, ad esempio, per determinare le dimensioni della compressa o per fa sì che una capsula si sciolga nello stomaco. Oltre ai fornitori di principi attivi, eccipienti e additivi, vi sono aziende che processano le sostanze, le imballano, le trasportano e provvedono al loro stoccaggio. In un contesto così interconnesso, non ci vuole poi molto perché la produzione subisca dei rallentamenti.

Un produttore può sopperire alla mancanza di una sostanza optando per una equivalente, al fine di non compromettere la produzione?

Principi attivi, eccipienti e additivi sono approvati dalle autorità di omologazione per ogni farmaco in quantità e qualità precisamente definite. Se una di queste sostanze non dovesse essere disponibile, il produttore di farmaci non può semplicemente ricorrere a un’altra sostanza equivalente, poiché questa non è stata ufficialmente approvata. Questo significa che il farmaco in questione potrà essere messo in produzione solo quando la sostanza approvata ufficialmente sarà nuovamente disponibile.

Vi sono altri componenti dei farmaci che devono venire approvati dalle autorità preposte?

Ogni volta che un nuovo farmaco viene approvato, anche il suo imballaggio dovrà essere testato e approvato dalle autorità di omologazione.

Come mai è necessario?

La confezione protegge il farmaco dagli agenti esterni. Mediante studi di stabilità, i produttori controllano quindi tutti i componenti, che nel caso di compresse e capsule saranno i blister in plastica e alluminio, mentre nel caso di farmaci liquidi saranno flacone, tappo, anello di tenuta ed etichetta. Anche il materiale della confezione esterna, quindi la scatoletta, e il foglietto illustrativo devono essere chiaramente definiti e sottoposti ad approvazione.

In che modo una confezione potrebbe compromettere un medicamento?

Il blister in plastica e alluminio, ad esempio, è a diretto contatto con una compressa o capsula e potrebbe alterarne la qualità. Il flacone di un farmaco liquido e fotosensibile, invece, potrebbe essere trasparente e ridurne l’efficacia. O ancora, un tipo di cartone potrebbe non essere abbastanza stabile o potrebbe contenere sostanze nocive che comprometterebbero il farmaco.

Quindi, anche nel caso dell’imballaggio, un produttore non potrebbe sostituire un componente con una valida alternativa?

Dal momento che un’alternativa non è approvata dall’autorità preposta, un produttore non può farvi ricorso. Se, ad 
esempio, un flacone per lo sciroppo contro la tosse omologato non è disponibile, il produttore del farmaco in questione non può semplicemente ripiegare su un altro flacone.

Perciò se all’appello manca anche un solo componente, un farmaco non può finire sul mercato?

Esatto. Anche se il farmaco è disponibile e solo il suo flacone non lo è.

Cosa succede in un caso simile?

Prendiamo l’esempio di un grande produttore di farmaci generici. Una fabbrica in Cina è responsabile della produzione di uno sciroppo per la tosse di questo produttore: acquista le materie prime necessarie da diversi rivenditori, produce lo sciroppo per la tosse e rifornisce il produttore di generici in tutti i Paesi in cui questo è presente. Mettiamo il caso che a un certo punto nella fabbrica cinese si verifichino dei ritardi, perché alcuni dei componenti necessari non sono al momento reperibili o perché manca della forza lavoro: a questo punto la fabbrica di sciroppo per la tosse non potrà consegnare la quantità pattuita entro il termine concordato.

Sempre a titolo d’esempio, cosa significherebbe questo per la fetta di mercato svizzera di questo produttore?

Nel caso di ritardi nella consegna, è determinante la quantità di medicinali che il produttore aveva acquistato a monte per un Paese. Se ha ancora abbastanza sciroppo per la tosse per i prossimi quattro mesi, ad esempio, non è poi così grave se lo sciroppo di nuova produzione arriva sei settimane più tardi rispetto a quanto accordato. Se però la sua giacenza è agli sgoccioli, i ritardi nella consegna potrebbero tradursi nell’irreperibilità temporanea di questo farmaco nelle farmacie elvetiche.

Una buona pianificazione consentirebbe quindi ai produttori di farmaci di tutelarsi dalle interruzioni di vendita?

Non sempre. Se ad esempio un produttore della concorrenza non potesse consegnare lo sciroppo per la tosse per un certo periodo, le farmacie, gli studi medici, gli ospedali e le case di cura cercherebbero un altro sciroppo con lo stesso principio attivo e lo potrebbero trovare da un produttore che, grazie a una buona pianificazione, ne ha ancora a sufficienza a magazzino. Se quest’ultimo, grazie all’aumento della domanda, dovesse improvvisamente vendere 2000 flaconi anziché 1000 alla settimana, il suo magazzino potrebbe svuotarsi nell’arco di tre settimane. A questo punto si andrebbe alla ricerca di un altro produttore ancora in possesso di sciroppo per la tosse, il quale però, inondato da ordini che non aveva preventivato, vedrebbe anche i suoi piani scombinarsi. Un collo di bottiglia nella consegna di un produttore provoca quindi un effetto domino che può ripercuotersi rapidamente su altri produttori.

Buono a sapersi

Per moltissimi dei farmaci al momento non disponibili, vi sono abbastanza alternative con un principio attivo identico o equivalente. Per questo motivo non è necessario fare scorta di farmaci in casa per sé o la propria famiglia.

Esistono altri motivi per cui una pianificazione dei farmaci da parte di un produttore potrebbe rivelarsi inutile

L’influenza stagionale è un buon esempio. Di norma, la stagione influenzale in Svizzera e in gran parte d’Europa segue uno schema simile ogni anno. Questo fa sì che i produttori di farmaci antinfluenzali possano pianificare la produzione senza particolari intoppi: avviano la produzione dei farmaci d’estate e li fanno consegnare ad autunno inoltrato, di modo che i singoli Paesi possano essere pronti per la stagione influenzale. Tuttavia, lo scorso inverno è stato la prova tangibile di come anche delle dinamiche impreviste possano tradursi in una penuria di approvvigionamento. La stagione influenzale è iniziata prima del previsto ed è durata a lungo. Il decorso della malattia è stato molto meno blando del solito e molte delle persone colpite sono state malate anche fino a due settimane. Di conseguenza, è aumentata sensibilmente la domanda di farmaci con principio attivo ibuprofene, presente nelle compresse o negli sciroppi antipiretici e analgesici e assunte spesso da persone con sintomi influenzali o influenza.

Qual è stata la conseguenza di questa situazione straordinaria?

Per sopperire all’enorme fabbisogno di farmaci, i produttori di tutti i Paesi interessati hanno richiesto un riapprovvigionamento alle fabbriche produttrici, le quali, pur avendo tutte le materie prime a disposizione, si sono trovate a dover contingentare i medicamenti, in quanto i riordini superavano la quantità a loro disposizione. Pertanto, ogni Paese si è visto recapitare solo un terzo della quantità ordinata. Per un certo periodo quindi, è stato difficile se non impossibile trovare questi medicamenti nelle farmacie.

Come mai i produttori non fabbricano maggiori quantità fin dall’inizio, così da non farsi trovare impreparati in situazioni straordinarie?

Far produrre troppe unità, specialmente nel caso dei prodotti stagionali come gli antinfluenzali, costituisce un rischio finanziario per i produttori. Questo perché, se alla fine della stagione influenzale dovessero rimanere ancora tanti di questi farmaci, dovrebbero conservarli fino alla stagione influenzale successiva, cosa che richiede spazio e denaro. Senza dimenticare che i farmaci conservati rischierebbero di superare la loro data di scadenza ancor prima di essere venduti. Per un produttore, smaltire i farmaci scaduti significa un danno economico.

Un’eventuale perdita finanziaria non verrebbe coperta dai ricavi aggiuntivi?

Dipende molto dai prezzi dei singoli medicamenti. Nel caso dei medicamenti con il principio attivo ibuprofene, i ricavi non riescono a coprire le spese extra. Per un flacone di sciroppo antipiretico per bambini, ad esempio, un produttore mette in tasca solo 4.98 franchi. Con una somma talmente esigua, non può permettersi di sostenere ulteriori costi di stoccaggio ed eventuali perdite finanziarie.

Non sarebbe quindi conveniente per il produttore stoccare grandi quantità nei singoli Paesi in cui il prodotto viene  
commercializzato?

Lo stoccaggio dei medicamenti comporta costi ingenti. I farmaci devono essere conservati in luoghi con una temperatura e un’umidità stabili, alcuni sono fotosensibili, mentre altri ancora devono essere conservati in luoghi freddi. Se, per evitare problemi di approvvigionamento, un produttore mette a magazzino altri farmaci, ha bisogno di molto più denaro per farlo e si ritrova con altro capitale vincolato che non potrà impiegare altrove. Come se non bastasse, le grandi giacenze sono legate a un grande rischio: se i farmaci in questione non vengono venduti, scadono e devono essere smaltiti.

E se fossero le farmacie a conservare a magazzino grandi quantità di medicamenti?

Prendiamo sempre l’esempio del nostro sciroppo antipiretico: per un flacone, una farmacia chiede 9.56 franchi con un guadagno effettivo di 4.58 franchi. Se una farmacia dovesse conservarne molti di più a magazzino, i costi per lo stoccaggio sarebbero molto più elevati rispetto ai relativi ricavi. Per giunta, anche la farmacia correrebbe il rischio di ritrovarsi con della merce scaduta.

Vi sono altri aspetti finanziari di cui tenere conto rispetto alle difficoltà di fornitura?

Con la guerra in Ucraina e le conseguenti tensioni tra la Russia e i Paesi membri della NATO, l’Europa si è trovata a far fronte a difficoltà di approvvigionamento energetico e a una conseguente impennata dei prezzi dell’energia. Questo ha determinato a sua volta un rialzo dei costi di trasporto.

Cos’ha a che fare l’aumento dei costi di trasporto con la situazione tesa sul fronte dell’approvvigionamento dei medicamenti?

Negli ultimi anni, la delocalizzazione della produzione in Paesi a basso salario ha determinato un sensibile aumento dei volumi di trasporto. Un produttore che si ritrova a dover improvvisamente pagare molto di più per i costi di trasporto lesinerà altrove, magari proprio sulle spese di stoccaggio. Pertanto, i produttori prestano ancora più attenzione all’effettiva quantità di farmaci da mandare in produzione e ai contingenti da stoccare nei singoli Paesi. Di conseguenza, oggi i trasporti delle catene di distribuzione globali si susseguono a un ritmo ancor più incalzante, motivo per cui non è poi così difficile perturbarne il funzionamento.

Può farci un esempio?

Il sistema dei trasporti globale è diventato molto più vulnerabile a causa dell’enorme quantità di trasporti intorno al globo. Nel mondo sono presenti alcuni punti di strozzatura, come il canale di Suez, quello di Panama o ancora la Manica e, se in uno di questi dovesse verificarsi un guasto o un incidente, questo andrebbe a ripercuotersi immediatamente su moltissimi beni di trasporto e tante aziende. Il canale di Suez, in particolar modo, riveste un ruolo chiave per quel che riguarda i trasporti tra Asia ed Europa. Quando, qualche tempo fa, un’enorme nave container si è incastrata proprio in quel canale, tutte le navi in coda sono rimaste bloccate per giorni. Per le catene di approvvigionamento le conseguenze di simili eventi e i costi che ne derivano sono inestimabili.

Concretamente, cosa potrebbe significare un simile intoppo per un produttore di farmaci?

Un avvenimento del genere vedrebbe migliaia di navi bloccate per giorni. Una volta risolto il problema, tutte queste imbarcazioni dovrebbero passare attraverso il canale nel minor tempo possibile, provocando ulteriori imbottigliamenti ai punti di scarico e per il trasporto successivo delle merci. E così la consegna del farmaco in Svizzera subirebbe ritardi.

La complessità dell’odierno scenario di approvvigionamento è quindi da ricondursi a una combinazione di numerosi fattori?

L’attuale complessità della situazione sul fronte delle forniture è dovuta a una congiuntura di diversi fattori e, proprio per questo, non è facile da risolvere. Le catene di fornitura globali sono come un sofisticato meccanismo a orologeria. Se qualcosa si inceppa da qualche parte, si può ancora rimediare. Se però sono tanti gli ingranaggi del meccanismo a non funzionare, le lancette dell’orologio non riescono più a scorrere.

Cosa fa Zur Rose per aiutarvi nell’ambito della crisi di approvvigionamento

A Frauenfeld, Zur Rose conserva circa 11’000 articoli diversi. La maggior parte dei medicamenti può essere conservata a una temperatura ambiente stabile. La temperatura all’interno dei capannoni viene quindi regolata: d’inverno vengono riscaldati mentre d’estate refrigerati. Per tutti quei farmaci che devono essere conservati in luogo freddo, Zur Rose dispone di speciali celle di raffreddamento. Ogni giorno, Zur Rose imballa circa 3000 scatole di farmaci da consegnare al personale medico, nonché 2500-4000 pacchetti postali che vengono consegnati direttamente a casa dei pazienti e delle pazienti.

Christian Henseler, quanto durano le giacenze di Zur Rose?

Le giacenze a magazzino bastano per circa tre settimane. Per quel che riguarda i farmaci attualmente interessati dalle difficoltà di fornitura, abbiamo aumentato le giacenze di modo che possano bastare fino a sette settimane. In tal modo siamo in grado di coprire il fabbisogno di questi farmaci per il 50 percento circa. Tenendo a magazzino una maggiore quantità dei farmaci colpiti dalla crisi o altamente richiesti, guadagniamo un po’ di tempo con la clientela e i produttori. Ampliare il nostro magazzino significa per noi spendere molto più denaro, che non potremo investire in altro. Ma se questo significa supportare al meglio la nostra clientela in questa situazione di crisi, siamo disposti a farlo.

«Zur Rose fa tutto ciò che è in suo potere al fine di garantire l’approvvigionamento dei farmaci.»

Zur Rose ha intrapreso altre misure?

Per quanto riguarda i principi attivi essenziali e molto richiesti, cerchiamo di ottenere i relativi farmaci da più di un produttore. Così facendo, se un farmaco non dovesse essere più disponibile, avremmo a disposizione delle alternative. Stiamo monitorando attentamente la situazione. Se ci accorgiamo che presto un medicamento non sarà più reperibile per un determinato arco di tempo, cerchiamo di acquistare il relativo principio attivo sotto forma di farmaco da altri produttori in grandi quantità. La nostra priorità è continuare a rifornire a dovere la nostra clientela.

In questo momento sta lavorando anche con determinati produttori di farmaci?

Collaboriamo con i grandi produttori di generici e assieme a loro acquistiamo ad esempio giacenze per il magazzino. È un lavoro impegnativo: controlliamo le quantità di un determinato farmaco a nostra disposizione e cerchiamo di capire di quanto ancora ne avremo bisogno fino all’arrivo della prossima fornitura. Ci scambiamo poi informazioni su quei principi attivi che potrebbero diventare difficili da reperire. Questo dialogo, fatto di previsioni, ci consente di reagire tempestivamente ai cambiamenti di scenario. E il gioco vale la candela. 
 

Come si comporta Zur Rose se, nonostante questo scambio proattivo, un medicamento non è reperibile?

In quel caso il nostro team di farmacisti cerca un altro farmaco con lo stesso principio attivo per la persona interessata.

E se è lo stesso principio attivo a mancare?

A quel punto optiamo per un principio attivo che abbia un effetto equivalente. Naturalmente, non prima di averne discusso con il medico della persona in questione.

Perché i pazienti e le pazienti non dovrebbero fare scorta di medicamenti in casa?

La terapia potrebbe cambiare, una persona potrebbe guarire o decedere prima del previsto e i farmaci inutilizzati andrebbero così sprecati, perché né le farmacie né tanto meno gli studi medici potrebbero riprenderli in consegna e darli a qualcun altro. Acquistando più farmaci del dovuto, una persona andrebbe ad acuire il problema dei medicamenti irreperibili.

In che misura?

I medicamenti conservati in farmacia sono a disposizione di tutti. Al contrario, quelli conservati a casa sono legati a una determinata persona e, se non servono più o hanno superato la loro data di scadenza, devono essere smaltiti.

Suggerimento

Ordinate una nuova confezione del vostro farmaco quando aprite l’ultima a vostra disposizione. In questo modo la farmacia avrà abbastanza tempo a disposizione per trovare delle alternative, se il farmaco in questione non dovesse essere disponibile.

Cosa consiglia ai pazienti e alle pazienti che assumono regolarmente dei farmaci?

Chi assume farmaci in modo continuativo o per un lungo periodo dovrebbe avere scorte casalinghe per un massimo di tre mesi. Alle pazienti e ai pazienti con malattie croniche consigliamo inoltre di verificare il proprio trattamento a cadenza regolare con il proprio medico curante.

Per quale ragione?

Potrebbe essere necessario modificare il dosaggio di un farmaco. O è possibile che l’assunzione di alcuni farmaci possa essere interrotta.

Zur Rose si occupa anche di controlli di questo genere?

Mediante un controllo di polimedicazione Zur Rose si assicura che a una persona non sia stato prescritto più volte lo stesso principio attivo. Capita spesso che una persona si presenti da noi con due ricette distinte dello stesso principio attivo sotto forma di due farmaci diversi, perché prescritti dal medico di base e da uno specialista, entrambi ignari della presenza dell’altra prescrizione. Allo stesso tempo, non è raro che persone che hanno acquistato dei farmaci quando si trovavano in vacanza all’estero non realizzino di avere già tra le mani il principio attivo che stanno cercando. Il controllo di polimedicazione ci consente di identificare queste particolari situazioni e, previa consultazione medica, di eliminare alcuni farmaci dalla lista. Anche così facciamo in modo che i problemi di approvvigionamento non si inaspriscano ulteriormente.

 

Zur Rose è a vostra completa disposizione 

Non sapete se i vostri farmaci sono reperibili al momento? O avete bisogno di aiuto, perché al momento uno dei vostri farmaci non è disponibile per la consegna? Qui scoprite come Zur Rose vi sostiene concretamente nell’attuale situazione di penuria. 

All’intervista a Daniela Bluhm

Uno sguardo al futuro

Leggete qui come in futuro la politica può contribuire a garantire la sicurezza nell’ambito dell’approvvigionamento dei farmaci. 

All’intervista a Guido Klaus